CAE1: il test che certifica Controllo, Affidabilità ed Equilibrio
Premessa
Il numero di cani presenti nelle nostre città è in costante aumento.
Che siano meticci, mandriani, cani da soccorso in acqua, da guardia, da difesa oppure da caccia, poco importa.
Godere della compagnia di un amico a quattro zampe è sempre un piacere, un’esperienza che difficilmente si riesce a descrivere e che ancora più difficilmente riuscirà a capire chi non l’ha mai provata in prima persona.
Le motivazioni che spingono tante persone a condividere una parte importante e significativa della propria esistenza con un cane sono molteplici e diverse per ognuno.
Di fondo, avendo perso il contatto con ogni forma di quella che genericamente definiamo “natura“, l’uomo moderno la ricerca negli animali da compagnia.
Cani e gatti, ma anche uccelli, rettili e altri piccoli mammiferi popolano le nostre case in una misura tale che si fatica a credere.
Sono infatti oltre 60 milioni gli animali domestici stimati in Italia.
Se per tante specie questa convivenza si limita all’ambiente domestico -difficile veder passeggiare per strada un gatto, un’iguana oppure un cincillà (difficile, ma non impossibile!), i cani fanno parte in tutto e per tutto del tessuto urbano, accompagnandoci ovunque.
E meno male.
O anche purtroppo, a seconda dei casi.
L’ENCI e i requisiti richiesti
L’ENCI, l’Ente Nazionale per la Cinofilia Italiana, ha predisposto una prova rivolta a tutti i possessori di cani (meticci oppure di qualsiasi razza) che intende certificare -si parla del binomio fra uomo e cane– “Cani e Padroni Buoni Cittadini“.
In pratica, alla fine di un esame, viene rilasciato un certificato, una sorta di patentino, che attesta il “Controllo, l’Affidabilità e l’Equilibrio psichico” -questo il significato della sigla CAE– del proprio cane.
Requisiti indispensabili all’ammissione sono l’età minima, che deve superare i 15 mesi, l’essere in regola con le normative sanitarie ed essere muniti di microchip.
Non occorre nessun tipo di addestramento particolare.
L’unica cosa che si richiede è che il cane non reagisca aggressivamente né con particolare timidezza a stimoli comuni che è facile incontrare nella vita quotidiana in ambito cittadino.
In pratica non viene richiesto niente di speciale se non equilibrio e socialità oltre ovviamente ad un adeguato rapporto con il proprio conduttore.
Come si svolge la prova
La prova dura una quindicina di minuti e inizia con il giudice che stringe la mano al conduttore mentre un altro operatore controlla il microchip.
Se il cane dimostra aggressività o qualsiasi altro problema comportamentale in questa fase preliminare, viene immediatamente escluso.
Il primo step prevede che il cane venga messo a terra, libero, a circa tre metri dal conduttore.
A questo punto inizia la simulazione di quelle che possono essere le situazioni abituali che si incontrano con frequenza nella vita quotidiana.
Il passaggio di persone a diverse andature a poca distanza dal cane, il sopraggiungere di una bicicletta, quello di una persona che spinge un passeggino, la presenza di un cane di sesso opposto a quello dell’esaminando e, infine, l’arrivo di uno jogger di corsa.
A seguire il conduttore deve manipolare il cane in diversi modi, come ad esempio spazzolarlo o esaminargli le zampe; in questa fase il cane deve rimanere tranquillo e mostrare docilità.
Si passa poi alla camminata con il cane al guinzaglio e si incrociano da due a quattro “passanti”, uno dei quali deve sfiorare il cane.
Almeno uno di essi deve indossare un abbigliamento inusuale (cappelli, mantelli o simili), che spesso sono oggetto di turbamento per alcuni soggetti.
Si arriva quindi alla prova del giornale.
Il conduttore conduce il cane davanti ad un operatore seduto su una panchina; quest’ultimo si alza improvvisamente scuotendo le pagine del giornale che sta leggendo e taglia la strada al binomio di esaminandi.
Dopo di che una terza persona sconosciuta vi si avvicina stringendovi la mano e scambiando qualche parola con voi.
Per ultimo si deve superare la prova dell’ombrello che viene aperto in prossimità del cane.
Viene sollevato, riabbassato e richiuso, dopo di che l’operatore si allontana picchiettandolo sul terreno.
Fine.
Conclusioni
Se quanto detto fin’ora vi spaventa, sappiate che ci sono educatori cinofili pronti a darvi una mano, disponibili a trasmettervi il loro sapere in modo giocoso e divertente tanto per voi quanto per il vostro cane.
Mettersi in discussione rappresenta il primo passo per superare qualsiasi prova.
Se invece ritenete che tutto ciò non serva e che in fondo i cani sono quel che sono, siete liberi di continuare per la vostra strada.
Strada che vi si presenterà in salita e irta di ostacoli.
E’ vero che un cane poco educato può risultare “solo” spiacevole da incontrare, e di cani spiacevoli perchè gestiti in modo inconsapevole c’è pieno, purtroppo.
Sappiate anche, però, che il non saper controllare il proprio animale può portare ad episodi ben più gravi, dall’epilogo talvolta tragico.
Il semplice esamino proposto meritoriamente da ENCI è da considerarsi il minimo sindacale per poter affrontare serenamente -voi, i vostri cani e le persone che vi capiterà di incontrare- la vita nella società moderna.
Dovrebbe essere obbligatorio per legge.
Il numero di cani presenti nelle nostre città è in costante aumento.
Ci accompagnano ovunque.
Che sia “meno male” oppure “purtroppo” dipende solo da voi.