Un cane, il Cane!
Standard
Codice FCI 190, Gruppo 2 Cani di tipo Pinscher e Schnauzer-Molossoidi e Cani Bovari Svizzeri, Sezione 2A
Vita Media
10-12 anni
Peso
Femmina / Non previsto dallo standard
Maschio / Non previsto dallo standard
Altezza
Femmina 58-65 cm al garrese
Maschio 63-70 cm al garrese
Colori
Nero, nero-focato, biondo
Pelo
Lungo, forte, fitto, lievemente ondulato con modesto sottopelo
Cenni storici
Le origini dell’Hovawart sono tanto antiche quanto oscure.
E’ lecito supporre che, come gran parte dei molossoidi, discenda dai Mastini Tibetani giunti in Europa al seguito di popoli primitivi e delle loro mandrie.
La sua storia, tuttavia, resta avvolta dal mistero fino al Medioevo, quando ne sono ravvisabili tracce in diversi testi giuridici e dipinti arrivati fino ai giorni nostri.
E’ noto che, all’epoca, esemplari riconducibili agli odierni Hovawart fossero preposti alla “custodia” delle fattorie nella zona della Foresta Nera ed in tutta la Germania meridionale.
Il nome deriva dalla lingua germanica parlata nel Medioevo –“hova” significava corte rurale e “wart” guardiano-, ad ulteriore riprova dell’impiego effettivo della razza.
Essendo cani polivalenti, venivano utilizzati anche per sorvegliare le mandrie e nelle battute di caccia al cinghiale.
Proprio per l‘importanza dei compiti che erano chiamati a svolgere, gli Hovawart erano tenuti in grandissima considerazione: un importante codice del 1380 -il “Der Schwabenspiegel”– prevedeva la comminazione di un‘elevata ammenda a chiunque avesse attentato alla loro vita.
Nonostante questi trascorsi di tutto rispetto, la razza venne pressoché dimenticata e, dopo il primo conflitto mondiale, rischiò addirittura l’estinzione.
Successivamente lo scienziato e cinologo K.F. Konig, affascinato dagli antichi cani da pastore germanici, si propose di “ricostruire” l’antico Hovawart, così come si presentava nel Medio Evo.
Intraprese quest’ardua impresa procurandosi degli esemplari ritenuti affini agli originari Hovawart da alcune fattorie situate nella Foresta Nera, per poi incrociarli con Pastori Tedeschi, Leonberger, Terranova e Kuvasz.
Al progetto di Konig si unirono anche numerosi allevatori tedeschi che, apportando la loro esperienza e le loro competenze, si rivelarono fondamentali al fine della ricostruzione della razza.
Il primo Club dell’Hovawart fu fondato nel 1922 e nel 1937 arrivò il riconoscimento ufficiale della FCI (Fédération cynologique internationale).
Malauguratamente, lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale segnò una terribile battuta d’arresto e molto del lavoro svolto venne vanificato.
Alla fine del conflitto, però, l’Hovawart poteva contare ancora su un nutrito gruppo di estimatori tedeschi che si rimboccarono le maniche e, coraggiosamente, ne ripresero in mano le sorti.
In questa seconda “fase” della ricostruzione, in alcune linee di sangue fu introdotto un non meglio specificato levriero africano (Azawakh o Saluki), giunto in Germania al seguito dei reduci della campagna d’Africa.
L’intento di questa operazione era quello di alleggerire la morfologia dell’Hovawart, appesantita da anni di utilizzo di molossoidi.
Il destino dell’Hovawart seguì quello della sua patria: la Germania fu divisa in due e anche le “linee” di Hovawart si separarono.
Nella Germania Ovest si preferì proseguire nell’allevamento degli Hovawart “alleggeriti” dall’introduzione del levriero africano, mentre in Germania Est si continuarono a prediligere gli esemplari con caratteristiche tipicamente molossoidi.
Nel 1964, nell’ambito del Congresso della FCI a Stoccolma, l‘Hovawart venne inserito come 7° razza da Utilità e Difesa dopo il Pastore Tedesco, il Boxer, lo Schnauzer Gigante, il Dobermann, il Rottweiler e l’Airedale Terrier.
Successivamente, con la caduta del Muro di Berlino (1989) e la riunificazione della Germania, anche le due “linee” di Hovawart si ricongiunsero, amalgamandosi a tal punto da rendere oggi praticamente impossibile riuscire a distinguerle.
E’ un cane dalle mille virtù: in Germania, oltre ad essere in dotazione alla polizia, viene utilizzato come cane-guida per i non vedenti così come anche in Francia.
Nei paesi nordici è invece considerato un ottimo cane da slitta mentre in Svizzera è nelle fila dei cani da salvataggio e da valanga.
Non bisogna però tralasciare la più atavica delle sue propensioni, che lo porta ad essere sempre e comunque un guardiano davvero impareggiabile!
Un “lavoratore” a 360 gradi, infaticabile, leale ed equilibrato…un cane davvero ben riuscito!
Caratteristiche fisiche e comportamento
L’Hovawart è un cane da lavoro di taglia media, vigoroso, agile e lievemente allungato.
In questa razza il dimorfismo sessuale è particolarmente evidente, soprattutto nella conformazione della testa e nella strutturazione del corpo.
Il cranio è poderoso con la fronte ampia e bombata ed uno stop ben marcato.
Anche il muso trasmette la forza di questo cane ed il tartufo è sempre di dimensioni importanti e solitamente nero.
Le orecchie, di forma triangolare, sono attaccate alte, ben distanziate e scendono morbide in prossimità delle guance terminando con estremità arrotondate.
Il collo, robusto e muscoloso, si inserisce alla perfezione nella fisicità dell’Hovawart, dotato di un corpo solido e possente, corredato da arti dritti, nerboruti ed agili.
La coda oltrepassa il garretto senza mai toccare il suolo: può pendere oppure essere inarcata sul dorso, a seconda dell’atteggiamento del cane.
La prestanza che lo caratterizza è correlata ad una tale armonia nelle forme, che l’idea che ne esce è quella di un animale proporzionato ed aggraziato.
Il pelo, lungo e leggermente ondulato, appare sempre ben distribuito, forte, fitto e con esiguo sottopelo.
Le colorazioni previste sono tre: nero, nero-focato e biondo, caratterizzate tutte quante da una formidabile lucentezza.
Grazie all’accuratissimo programma selettivo, attuato in primis dal Club tedesco della razza, l’Hovawart vanta anche un’ottima salute: non è affetto da patologie specifiche di razza e, anche quelle ereditarie più comuni, sono incredibilmente contenute.
Una su tutte, la displasia all’anca sfiora appena il 4% su scala mondiale!
L’Hovawart dispone di un equilibrio caratteriale davvero poco comune.
Pur essendo discreto e riservato, mostra un alto livello di socialità ed è capace di contegno anche di fronte ad approcci non esattamente adeguati.
Se infastidito, sceglie di battere in ritirata piuttosto che denotare aggressività, in perfetta logica con la sua indole di “guardiano”.
Infatti l’Hovawart non è un cane da difesa: il suo compito è fare da “sentinella”, avvisare e proteggere il suo territorio senza però attaccare.
Un “dissuasore” risoluto e determinato che, se allevato correttamente, non dovrà mai arrivare ad essere offensivo.
La stabilità caratteriale ed emotiva è senz’altro il più grande pregio della razza, ma non va data per scontata.
La sua educazione richiede tempo, costanza e tanta coerenza, fin dalla più tenera età.
Non bisogna mai dimenticare che un cucciolo dolce e divertente è destinato a divenire un cane di dimensioni importanti, con innumerevoli attitudini ed un carattere fiero, talvolta ostinato.
Per dare il meglio di se, l’Hovawart dovrà instaurare un rapporto di reciproca fiducia con il suo proprietario, che amerà profondamente, ma che dovrà sempre riconoscere come indiscusso capo-branco…altrimenti sarà lui ad assumere il comando!
Nelle svariate “utilità” per le quali è predisposto, si distinguerà senza troppi sforzi in quelle che richiedono l’impiego delle sue superbe capacità olfattive (pista e ricerca).
In tutte le altre, sarà ancora una volta l’equilibrio raggiunto attraverso un corretto rapporto uomo-cane a rivestire fondamentale importanza per ottenere i migliori risultati possibili.
Anche nella veste di cane domestico sarà sempre questo raggiunto equilibrio a renderlo un animale da compagnia fuori dal comune.
L’Hovawart è un cane buono, un affettuoso compagno, un guardiano straordinario…
Un fac-totum impareggiabile, insomma.
E, come se non bastasse, oltremodo bello!!!
Questa particolare razza necessita di un’alimentazione appositamente studiata per garantire il corretto apporto di nutrienti in ogni fase dello sviluppo.
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